Percorso Romano

Capitolium e parco archeologico

Il complesso architettonico del foro romano di Brescia è tra i fiori all’occhiello dell’archeologia lombarda. Dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’umanità, il parco archeologico si apre al pubblico rinnovato nel percorso espositivo e offre al visitatore la straordinaria esperienza di seguire dal II secolo a.C. fino all’età moderna le trasformazioni del cuore della città.

Il capitolium è il principale tempio dell’antica Brixia, dedicato a Giove, Giunone e Minerva. Ancora oggi domina suggestivamente la piazza del foro con l’imponenza della sua struttura, inaugurata dall’imperatore Vespasiano nel 73 d.C., come recita l’iscrizione posta in facciata. L’interno mantiene eccezionali pavimenti in marmo del I secolo d.C., mentre alle pareti sono visibili le iscrizioni latine che nell’800 furono esposte nel primo allestimento museale: dopo Roma e Aquileia, infatti, Brescia è la terza città italiana per numero di epigrafi antiche conservate.

Sotto al capitolium un nuovissimo allestimento permette di scendere nelle viscere della città per visitare quanto resta del più antico santuario, ornato da splendidi affreschi realizzati nel secondo quarto del I secolo a.C. da maestranze altamente qualificate, forse appositamente chiamate dall’Italia centrale. Un vero simbolo del legame profondo che fin da tempi così remoti lega Brescia a Roma.

Accanto al tempio, si adagia sul pendio del colle Cidneo il teatro della città, costruito fra la fine del I secolo a.C. e l’inizio del I secolo d.C. Pur scavato solo in parte, colpisce per la vastità dell’area occupata, che ancora nell’XI secolo ne faceva un luogo di pubbliche assemblee. Oggi il teatro si presenta al visitatore nel suo guscio architettonico, poiché nei secoli è stato spogliato dei marmi che lo rivestivano, ma è suggestivo come proprio sul teatro insitano le fondamenta di palazzo Maggi, che ne sfrutta i materiali e testimonia la continuità fra antichità e medio evo.

Le tracce romane della città permangono anche fuori dai confini del parco archologico: una passeggiata nella piazza del foro e in piazza Labus permette di apprezzare l’unità progettuale di un complesso concepito in maniera unitaria da un architetto, purtroppo ignoto, di grande talento. I portici delle botteghe infatti abbracciavano ad est e ad ovest la piazza, ritagliando visivamente lo spazio a destinazione pubblica dal resto della città. Sul lato opposto a quello del capitolium, infine, sorge la basilica, un tempo palazzo di giustizia della città romana: in facciata mantiene parte dell’elegante decorazione architettonica che testimonia il fasto di questo edificio, simbolo della piena integrazione di Brixia nello stato romano.

Domus dell’Ortaglia

Nello spazio verde adiacente al museo di Santa Giulia, un tempo adibito ad orto del monastero, sono tornati in luce a più riprese resti di due abitazioni romane di età tardo repubblicana ed imperiale.

Integrate nel percorso di visita del museo secondo un allestimento spettacolare, le domus permettono di aprire una finestra sulla vita quotidiana dell’antica Brixia.

La domus “di Dioniso” è centrata su un cortile rettangolare intorno al quale si distribuiscono le stanze d’abitazione. Il nome convenzionale deriva dalla decorazione della sala da pranzo, il triclinium, che reca al centro Dioniso, Bacco per i romani, dio del vino e del banchetto. Affreschi e mosaici certo attirano l’occhio del visistatore per la varietà dei motivi e la qualità estetica; non sono meno interessanti, però, le soluzioni tecniche allestite per riscaldare la casa e gestire l’adduzione dell’acqua.

Proprio la ricchezza di queste infrastrutture spiega il nome convenzionale della seconda abitazione, domus “delle fontane”, più ampia e ricca della precedente, centrata su un cortile lastricato e pavimentato.