La Franciacorta

Territorio ricco di storia, arte, cultura : i borghi antichi, le ville signorili, il Monastero di S. Pietro in Lamosa affacciato sulle Torbiere del Sebino, l’Abbazia Olivetana di Rodengo, riaperta nel 1969 dal Papa bresciano Paolo VI e soprattutto le cantine che hanno reso celebre nel mondo questa piccola regione per l’eccellenza dei suoi prodotti.

Franciacorta: bel nome , di una bella terra che Rodolfo Vantini chiamò ” Brianza dei Bresciani”, mentre  Gabriele Rosa  definì come ” un’ondata di colline succedentesi variamente alle falde degli estremi lembi dell’Alpi Retiche verso il piano tra Brescia e l’Oglio, che presso Castegnato sfumano in questa campagna e,tra RovatoErbusco e Cologne , quasi urtandosi da varie parti, s’accumulano e compongono il Monte Orfano”.

Il bel nome evoca leggende e suggestioni d’oltralpe.L’ipotesi, tra le molte più accreditata, sembra derivi dalle francae curtes, le piccole comunità di monaci benedettini che durante il Medioevo, erano esentate dalle tasse a condizione che bonificassero e lavorassero la terra a loro affidata.

Tutta la zona emana il fascino di un singolare intrecciarsi tra i segni della laboriosità e dell’ozio, della funzionalità e dell’ornamento, della natura e della coltivazione.

Lo si percepisce dagli edifici religiosi : monasteri ( S.Pietro in Lamosa Provaglio d’Iseo ), abbazie ( Olivetana a Rodengo Saiano), conventi ( dell’Annunciata a Rovato ),pievi ( S.Maria Assunta ad Erbusco ), santuari ( Madonna della Neve ad Adro , Madonna della Rosa a Monticelli BrusatiMadonna dell’Avello a Ome , Madonna della Stella a Gussago).

E come non ricordare i castelli di BornatoPassirano e Rovato e le numerose ville patrizie che squadernano effetti scenografici e monumentali.Costruite tra il 1500 e il 1800 fanno fantasticare circa gli ozi della villeggiatura o rimandano alle scene bucoliche di cavalcate e cacce.

Ammirando questo morbido paesaggio collinare si può citare quanto riferì Charles De Brosses, viaggiatore straniero del Grand Tour in Italia : ” Forse vale la pena di trascurare qualche città per ammirare campagne così belle , così sontuosamente vestite”.

E tra queste campagne e colline moreniche, kmq 232, 44, circa 2000 ettari sono coltivati a vigneto.Qui si produce il Franciacorta, il primo brut italiano a rifermentazione in bottiglia che ha meritato la denominazione DOCG.

Il metodo Franciacorta prevede l’impiego di uve Chardonnay e Pinot Bianco e/o Nero, ottenuto con la lenta rifermentazione in bottiglia per almeno 18 mesi di riposo sui lieviti e circa 30 per i millesimati.E’ un’arte complessa che richiede una materia prima perfetta.

Le esperte guide turistiche dell’Associazione Arnaldo da Brescia  faranno scoprire al visitatore  i paesaggi naturali, l’arte, la cultura, la laboriosità,l’ospitalità, l’enogastronomia della Franciacorta ,una terra nobile e generosa . Vale dunque la pena di sostare in Franciacorta : c’è il rischio di innamorarsene!